OSSERVANDO
LE OPERE DI CELINA SPELTA
Osservando
le opere di Celina Spelta si rimane sconcertati
per la polivalenza dei linguaggi di volta in volta
utilizzati; quasi che l'artista volesse ricorrere
ad ogni umana risorsa possibile per ampliare uno
sforzo di comunicazione immane, da apparire persino
estremo.
E non mi riferisco tanto alle procedure attuative
e al repertorio tecnico, veramente molto vasto
quanto alla carica ideativa di cui ogni opera
è indubitabilmente pervasa e che, per tale
motivo risulta bisognosa di diversificazioni linguistiche
per giungere a quella densità espressiva,
colma di significati e messaggi, diretti e trasversali
Si nota pure una sorta di contraddizione che è
poi il dato trascinante e significativo del suo
modo di fare arte: da una parte la suggestione
della materia, la passione per i diversi materiali,
i quali si piegano docilmente sotto le sue capacità
manipolative; dall’ altra la tendenza, tutta concettuale,
di far prevalere l'idea (elemento immateriale
per eccellenza), di porre cioè in evidenza
i fattori ideativi che precedono la forma e la
assoggettano ad essi.
Raramente l’artista concettuale fa della materia
un fatto di finalizzazione estetica; essa è
mero veicolo di idee, di significati, ed è
pertanto preferibile che appaia “neutra” o "neutrale"
quel tanto almeno che non la condanni alla prevaricazione
della processualità analitica e delle risultanze
di significazione. Spelta, al contrario, oscilla
fra i due poli (materìalità- immaterialità
dell'arte) con estrema disinvoltura, a dimostrazione
che nel mondo della comunicazione espressiva non
vi sono schemi precostituiti e idee preconcette,
e che il gesto creativo può vivere nel
mondo degli opposti e divenire dialetticamente.
Da qui il vasto repertorio di modalità
e procedure, di tecniche e mezzi, di strumenti
e materiali utilizzati sempre con abilità
e coscienza delle finalità.
L'artista realizza indifferentemente, infatti,
sculture, quadri, installazioni, ceramiche e quant'altro
utilizzando i materiali più variegati,
naturali o artificiali poco importa, che vanno
dalla terracotta alla plastica ai metalli, dal
legno alla terra all'acqua. E tali materiali si
dispongono secondo precise regie che hanno come
presupposto una decisa inclinazione ludica la
quale va detto, mai inficia la serietà
del progetto. Scorrendo, ad esempio, tra le sue
realizzazioni troviamo il puzzle, composto da
una serie di moduli intercambiabili in ceramica
che affidati alla fantasia del fruitore va a comporre
un nudo femminile; o la "Scatola a croce"
(quella croce grande o piccola che grava su ogni
esistenza umana), un cubo dispiegabile che assume
la forma emblematica del simbolo d'ogni martino;
o, ancora "Abbraccio e stelecuore",
una piccola wunderkammer ad ispirazione sacra.
Si potrebbe continuare con i vasi incastrabili
che vanno a costituire un'affascinante scultura,
e ceramiche a gran fuoco dalle vaghe simbologie
organiche, il"giochi per bambini grandi ,
le "palle sgonfie", il "Giocobiglie"
e tantissime altre divertenti creazioni.
Non
potremmo terminare senza aver testimoniato della
bellezza dei suoi gioielli, vere microsculture,
e dell'eleganza di estrosi ma funzionali oggetti
che confinano con l'ambito del design.
Scorrendo fra le tematiche ricorrenti troviamo
invece quella delle "Ali", non intese
come arti del volo ma come metafora di protezione,
di tranquillità, di riposo rassicurante;
o quella dei "Nidi" realizzati a taglia
umana (e intrecciati con materiali naturali o
di recupero) che interagiscono con l'ambiente
circostante (è questo un aspetto importante
della ricerca di Spelta sensibile ai problemi
ambientali e impegnata come land-artista in numerose
performances}. A quest'area appartiene il ciclo
delle "Berline", ossia delle paratoie
che gli agricoltori usano nelle chiuse per l'irrigazione
dei campi.
La "berlina" è un manufatto particolare
che l'artista piacentina non considera un semplice
reperto del passato ma un elemento da riconsiderare,
da "rileggere” in una simbologia strettamente
suggerita dalla sua antica funzione, quella cioè
di regolare il flusso dell'acqua, l'elemento che
scorre come la vita e che, come la vita, può
essere variamente indirizzata.
L’arte di Spelta è impegnata, dunque, su
innumerevoli fronti; è vista come un'avventura
da una decisa inclinazione che affonda nel segreto
dell'immaginario femminile e nei valori della
coscienza e della propria spiritualità. |